La lettera di richiamo rappresenta un ammonimento formalmente espresso attraverso un documento scritto, attraverso il quale il datore di lavoro intende richiamare l’attenzione di un lavoratore che ha manifestato comportamenti considerati inadeguati all’interno dell’ambiente lavorativo. Questo strumento non è necessariamente impiegato solo in casi di gravi inadempienze, circostanza in cui potrebbe scattare il licenziamento per giusta causa, ma si rivolge anche a violazioni minori, spesso delineate nel regolamento aziendale. Per esempio, un dipendente come Tizio, che lavora per l’azienda Alfa e si distingue per assenze frequenti senza valide motivazioni, ritardi che impattano negativamente sull’efficienza dei colleghi, o l’uso improprio del computer aziendale per scopi personali, è un candidato ideale per ricevere tale comunicazione.
Quando si procede all’invio di una lettera di richiamo, questa viene generalmente trasmessa al lavoratore tramite raccomandata o consegnata direttamente a mano. Il contenuto del documento solitamente mette in guardia il dipendente riguardo la necessità di modificare il proprio comportamento per evitare ripercussioni serie, che potrebbero culminare nel licenziamento in caso di reiterazione delle infrazioni. È fondamentale che il datore di lavoro specifichi chiaramente nella lettera la natura del comportamento in questione, esortando esplicitamente il lavoratore a correggerlo e delineando le potenziali conseguenze legali derivanti da una persistenza nell’errore.
Indice
Come Rispondere alla Lettera di Contestazione Lavorativa
Ricevere una lettera di contestazione sul posto di lavoro non implica necessariamente che il dipendente sia in errore. In alcuni casi, tale comunicazione può persino riflettere un abuso di autorità da parte del datore di lavoro, una situazione che richiede attenzione per non sfociare in fenomeni di mobbing, ovvero vessazioni che possono avere gravi conseguenze sul benessere psicologico del lavoratore. Di fronte a una contestazione, la priorità dovrebbe sempre essere quella di mantenere un clima di reciproco rispetto e stima, evitando risposte provocatorie che potrebbero aggravare inutilmente la situazione.
La normativa prevede che, di fronte a una contestazione, sia in caso di reale mancanza da parte del dipendente sia in situazioni di presunto abuso da parte del datore, il lavoratore ha il diritto e talvolta il dovere di formulare una difesa entro cinque giorni dalla ricezione della lettera, avvalendosi anche del supporto sindacale qualora lo ritenga necessario. La risposta può essere articolata sia per iscritto che oralmente, a seconda delle circostanze e delle preferenze personali.
In termini di contenuto, il dipendente si trova di fronte a due scelte fondamentali: ammettere la propria colpa, presentando scuse sincere e possibilmente fornendo spiegazioni sulle motivazioni del comportamento tenuto, oppure negare le accuse, sottolineando l’inesistenza o il malinteso dei fatti contestati. In quest’ultimo caso, è essenziale fornire una descrizione dettagliata e precisa delle proprie ragioni, facendo attenzione a utilizzare un tono misurato che non pregiudichi il rapporto lavorativo.
Adottare un approccio costruttivo e rispettoso risulta fondamentale, considerando che il datore di lavoro mantiene una posizione di osservazione nei confronti del dipendente contestato. È importante ricordare che, anche in vista di un eventuale cambio di lavoro, le referenze fornite dal precedente datore di lavoro possono influenzare le future opportunità professionali. Pertanto, è consigliabile gestire la situazione con diplomatica prudenza, evitando conflitti superflui che potrebbero riflettersi negativamente sul proprio percorso lavorativo futuro.
Dopo la ricezione della risposta da parte del dipendente, il datore di lavoro si trova di fronte a una decisione importante riguardante il prosieguo delle azioni disciplinari. Qualora scelga di procedere con tali azioni, è tenuto a formalizzare per iscritto le proprie motivazioni. In questa documentazione, il datore di lavoro deve dettagliare le ragioni per cui le argomentazioni difensive del lavoratore non vengono considerate valide, comunicando poi questa sua decisione entro un termine massimo di 10 giorni. Questo passaggio è fondamentale per garantire trasparenza e correttezza nel processo disciplinare, offrendo al dipendente una chiara comprensione delle valutazioni che hanno guidato il datore di lavoro nella sua scelta.
Al contrario, se il datore di lavoro valuta le giustificazioni presentate dal dipendente come sufficienti a spiegare o a mitigare i comportamenti contestati, può decidere di non procedere con misure disciplinari. In questa eventualità, il rapporto di lavoro continua senza variazioni, senza che sia necessario formalizzare la decisione attraverso una comunicazione scritta. La questione si considera chiusa una volta superato il decimo giorno dalla data del colloquio in cui si è discussa la contestazione o dal ricevimento della lettera di risposta del lavoratore, segnando un ritorno alla normalità nel rapporto lavorativo.
Se il dipendente sceglie di non rispondere alla lettera di richiamo, questa scelta non comporta obblighi diretti. Però, l’assenza di una risposta può essere interpretata come un’accettazione implicita delle contestazioni mosse dal datore di lavoro, con tutte le implicazioni che ne conseguono. Questa mancata reazione potrebbe, infatti, influire sulle valutazioni future del datore di lavoro in merito al comportamento del dipendente, potenzialmente portando a conseguenze disciplinari o influenzando negativamente la percezione delle sue prestazioni lavorative. Pertanto, anche se non obbligatoria, una risposta ben articolata può rappresentare un’opportunità per il dipendente di chiarire la propria posizione, contribuendo a preservare un ambiente di lavoro positivo e costruttivo.
Esempio di Risposta a Lettera di Richiamo
Di seguito mettiamo a disposizione un esempio di risposta a lettera di richiamo. Se si necessita di un fac simile in formato Word, è possibile scaricare questo modello di risposta a lettera di richiamo dal sito Tuaimpresa.net.
Oggetto: Risposta alla Lettera di Richiamo Ricevuta in Data [data di ricezione]
Spett.le [Nome dell’Azienda o del Datore di Lavoro],
con la presente, intendo formulare una risposta alla lettera di richiamo che ho ricevuto in data [data di ricezione], nella quale mi è stato contestato [breve descrizione della contestazione].
Desidero esprimere la mia posizione in merito alla questione sollevata, specificando che [qui va inserita una spiegazione dettagliata del proprio punto di vista, contestando o fornendo contesto aggiuntivo riguardo al comportamento che è stato contestato].
Nel caso in cui si ammettano le colpe:
Sono consapevole che il comportamento tenuto non è in linea con i principi e i doveri che regolano la nostra collaborazione lavorativa. Per questo motivo, tengo a presentare le mie sincere scuse e a garantire il mio impegno affinché situazioni simili non abbiano a ripetersi in futuro, consapevole dell’importanza di mantenere un ambiente di lavoro sereno e produttivo.
Nel caso in cui non si ammettano le colpe:
Mi preme sottolineare che le circostanze descritte non riflettono accuratamente la realtà dei fatti, per cui spero possiate considerare le ragioni che mi hanno portato a comportarmi in tale modo. Rimango a disposizione per un eventuale colloquio chiarificatore, con l’obiettivo di evitare future incomprensioni e di proseguire il nostro rapporto lavorativo nel migliore dei modi.
In attesa di un vostro riscontro, colgo l’occasione per porgere cordiali saluti.
[Luogo e Data]
[Firma (se la lettera è inviata in formato cartaceo)]