In questa guida spieghiamo come fare un esposto al Provveditorato agli Studi
Si sente spesso parlare di esposto al Provveditorato agli Studi, ovvero quello che oggi viene chiamato ufficio scolastico regionale, ma in cosa consiste esattamente? Quale procedura bisogna seguire e che conseguenze determina un esposto a carico degli insegnanti ritenuti responsabili di condotte lesive?
La prima cosa da sapere è che il genitore di uno scolaro minorenne, in completa autonomia oppure con la collaborazione di altri genitori interessati, può scrivere una denuncia in carta libera contro un docente considerato responsabile di comportamenti non consoni, per poi inoltrarla al Provveditorato agli Studi competente dal punto di vista territoriale, quindi tenuto conto del luogo di dove si trova la scuola.
L’esposto al Provveditorato agli Studi ha quale finalità la cessazione di comportamenti e pratiche scorrette che i professori tengono contro gli alunni. Le condotte non sono ritenute legittime vengono quindi descritte chiaramente e sottoposte all’attenzione dell’organo burocratico preposto all’amministrazione locale dell’istruzione primaria e secondaria, dal quale dipendono gerarchicamente anche i capi d’istituto, gli ispettori ecc.
Prima di fare un esposto è quindi importante conoscere a fondo tutti gli aspetti più rilevanti, in modo da evitare errori e agire con ponderazione nell’interesse degli alunni. In alcuni casi, infatti, è necessaria la presentazione di una denuncia che potrebbe sfociare in una condanna di natura penale.
Indice
Esposto al Provveditorato agli Studi – Aspetti generali
Denunciare i professori che creano danni agli alunni è ammesso, in quanto, quando sussistono i presupposti, basta solo rivolgersi all’ufficio scolastico regionale, un tempo denominato Provveditorato agli Studi. Purtroppo nella prassi esistono professori che non sono in grado di svolgere correttamente i loro ruoli ma, anzi, creano tutta una serie di disagi didattici e psicologici ai ragazzi. In situazioni del genere diventa importante intervenire senza indugio, scrivendo un esposto all’ex Provveditorato agli Studi.
Questo ente non si occupa soltanto dei programmi scolastici, dei testi che si devono adottare, degli insegnanti e dell’organizzazione scolastica nel suo complesso, ma anche di vigilare sulle scuole private paritarie e no, di verificare l’efficienza delle istruzioni e di assegnare agli istituti le necessarie risorse economiche e umane. L’ufficio scolastico regionale svolge poi un altro importante ruolo, ovvero quello di dirimere le controversie che possono nascere nel settore scolastico.
Presente in diciotto capoluoghi di regione, l’ex Provveditorato agli Studi non è opera in Valle d’Aosta e in Trentino Alto Adige, ove è in vigore un’altra disciplina.
Il genitore di un alunno minorenne che riscontra dei comportamenti inadeguati da parte dell’insegnante, da solo o con la partecipazione di altri genitori, ha quindi la possibilità di interpellare l’ufficio scolastico competente a livello regionale, semplicemente inoltrando una denuncia in carta semplice. Naturalmente l’esposto dovrà contenere tutti i dati dell’insegnante e descrivere chiaramente quali sono le condotte ritenute lesive degli interessi degli alunni.
In alcuni casi sarà indispensabile spiegare il disagio vissuto dall’alunno e dagli altri minorenni coinvolti a causa dei comportamenti posti in essere dall’insegnante, nonché le problematiche che sono connesse a tali azioni.
In ogni caso, prima di inviare l’esposto all’ufficio scolastico regionale competente, è bene non agire in modo frettoloso e informare il preside dell’istituto, così da metterlo al corrente dell’intenzione di presentare una denuncia.
La presentazione di un esposto all’ex Provveditorato agli Studi implica massima cautela e la valutazione accurata dei presupposti, perché in mancanza saranno i genitori a dover affrontare spiacevoli conseguenze sul piano giuridico. Esposti basati su accuse infondate potrebbero infatti indurre l’insegnante colpito ingiustamente dagli addebiti a presentare,a sua volta, una querela per diffamazione a carico dei genitori.
Sul punto si può fare riferimento a un caso realmente accaduto e definito dalla Cassazione con la Sentenza n. 1154 del 2016. Nello specifico, alcuni genitori hanno presentato un esposto al Provveditorato agli Studi contro un professore, elencando tutta una serie di accuse.
A detta dei genitori l’insegnante avrebbe omesso di fornire agli studenti il necessario materiale didattico, creando così numerosi disagi psicologici e disparità fra gli alunni. Il docente avrebbe inoltro assunto in classe atteggiamenti arroganti e non educativi. Il professore si è difeso presentando una denuncia per diffamazione nei confronti dei genitori che tuttavia non ha avuto la meglio.
La Cassazione ha infatti sancito che la denuncia dei genitori era stata presentata all’interno di un’organizzazione scolastica, ovvero all’ex Provveditorato, per cui mancava il carattere diffamatorio, proprio perché rimasta non pubblica.
Quando denunciare i comportamenti scorretti degli insegnanti
La società è in continua evoluzione e sono tanti i cambiamenti a cui assistiamo, fra cui il ruolo dell’insegnante, sempre più complicato e difficile. In passato i professori, al primo errore degli alunni, non esitavano ad adottare provvedimenti rigorosi e condotte che oggi appaiono poco condivisibili, in quanto eccessivamente severe.
Un tempo i professori utilizzavano abitualmente le bacchette o mettevano in castigo gli scolari. Attualmente, invece, si assiste a ragazzi che sbeffeggiano i professori e si parla sempre più spesso di genitori che, di fronte a una nota in condotta a carico del figlio, non esitano nel denunciare gli insegnanti. Tutto ciò succede in un contesto oramai fortemente degenerato, in cui esistono persino professori che maltrattano alunni piccoli e in fasce o non adempiono con serietà e diligenza al proprio dovere.
A questo punto è importante chiedersi come comportarsi quando un insegnante commette degli errori, tanto da creare disagi di natura psicologica ai ragazzi. Ogni situazione deve essere valutata con la massima attenzione, perché solo in certi casi la denuncia dell’insegnante rappresenta la sola strada percorribile per tutelare gli interessi degli alunni.
Il professore è chiamato ad essere diligente, ovvero a mantenere una condotta irreprensibile, tale da trasmettere cultura e senso civico agli alunni, evitando influenze dettate dai personali orientamenti. Quando il genitore crede che il proprio figlio abbia un professore incapace di svolgere un ruolo così delicato, tanto da creare danni didattici e psicologici, potrà sempre rivolgersi all’ex provveditorato agli Studi, presentando un esposto in carta libera. Diverso è invece il caso del maltrattamento o dell’eccessivo uso dei mezzi di coercizione, perché stavolta si può ottenere tutela presentando una denuncia.
Presentazione dell’esposto al Provveditorato agli Studi
Gli alunni hanno sicuramente tutta una serie di doveri da rispettare, fra cui quello di studiare, di rispettare le regole imposte dall’istituto scolastico e dalla società, nonché di essere educati. Bisogna far presente i doveri non interessano solo i ragazzi, ma anche i docenti. Ma quali sono?
Oltre a quello di insegnare, che possono svolgere liberamente con vari materiali didattici, nonché con le metodologie più adeguate, sui professori incombe il dovere di fedeltà, di imparzialità e buon andamento, per cui sono tenuti a mantenere una condotta irreprensibile.
Chi insegna dovrà anche rispettare l’orario di servizio, osservare i divieti e ogni altra causa di incompatibilità stabilita dalla legge, per questo non potrà svolgere altro incarico pubblico.
Cosa succede nel momento in cui un docente dovesse venir meno a questi doveri? Come comportarsi quando il professore non trasmette cultura e insegna nozioni poco proficue agli alunni?
Il genitore che considera l’insegnante del figlio non idoneo allo svolgimento del proprio ruolo, ad esempio perché omette di svolgere le interrogazioni e le verifiche periodiche, lascia la classe incustodita per ore o è incapace di spiegare le lezioni, potrà rivolgersi all’ufficio scolastico regionale. L’esposto a tale ente è ammesso anche quando il docente crea danni didattici e di natura psicologica ai ragazzi, attraverso disparità, comportamenti omissivi, arroganti e poco educativi.
Una volta rientrati a casa, gli alunni rapportano spesso ciò che succede in classe e i genitori insoddisfatti delle condotte tenute dai professori possono intervenire scrivendo un esposto, per poi inoltrarlo al Provveditorato competente, il quale si occupa anche di risolvere i contenziosi che sorgono nell’ambiente scolastico.
L’esposto è ben diverso dalla denuncia. La scelta di presentare quest’ultima, alla luce di quanto spiegato, comporta un’attenta valutazione, in quanto potrebbe sfociare in una condanna penale a carico dell’insegnante. In caso di insussistenza di reato si rischiano inoltre conseguenze spiacevoli, per questo è meglio agire con cautela, rivolgendosi a un legale esperto in materia.
La denuncia a carico di un docente scatta quando sussistono illeciti di grave entità, come ad esempio lesioni o percosse. Anche gli insegnanti che approfittano della loro posizione di superiorità, tale da indurre gli alunni a subire atti sessuali, sono denunciabili senza alcuna esitazione. In ogni caso il genitore sarà chiamato a provare la condotta contraria alla legge, in modo che l’organo giudicante possa compiere tutte le valutazioni del caso e comminare una pena congrua e giusta.
Percorso da seguire per la presentazione dell’esposto al Provveditorato agli Studi
Una volta chiara la distinzione fra denuncia ed esposto e individuate le condotte che rendono responsabile il docente nei confronti degli alunni, non resta che redigere l’esposto. Questo reclamo può essere presentato da un singolo o più genitori, nonché dal rappresentante di classe.
Quando si presentano disguidi sui compiti assegnati, gli orari, le metodologie di insegnamento e molto altro, è sempre opportuno chiedere un incontro con il preside e con gli altri docenti, al fine di trovare una soluzione bonaria e porre fine alle problematiche. Quando le difficoltà persistono, allora si potrà procedere con l’inoltro dell’esposto, da indirizzare all’ufficio scolastico regionale competente territorialmente, pertanto bisogna considerare il luogo in cui sorge l’istituto scolastico e in cui il docente esercita.
L’esposto dovrà contenere una descrizione dettagliata dei comportamenti ritenuti non consoni tenuti dall’insegnante, nonché le conseguenze lesive di tali condotte. Volendo sarà possibile allegare documenti per comprovare le ragioni e la veridicità degli addebiti.
Una volta inviato l’esposto con gli eventuali allegati, l’ufficio scolastico regionale inizierà l’indagine, anche contattando la scuola interessata, al fine di ricevere ulteriori documenti e tutte le informazioni utili. L’ex Provveditorato, quando necessario, analizza anche il comportamento dell’alunno nel corso dell’anno, ovvero il rendimento scolastico e le assenze. A questo punto potrà adottare una decisione e prendere ogni opportuno provvedimento nei confronti del professore ritenuto responsabile.
Conclusioni
Fare un esposto all’ex Provveditorato agli Studi, oggi ufficio scolastico regionale, non è complicato come potrebbe sembrare, in quanto basta solo spiegare per scritto e in modo chiaro le condotte lesive tenute dall’insegnante nei confronti degli alunni. La questione si complica quando le azioni del docente sfociano in atti illeciti di grave entità, quali ad esempio lesioni o percosse.
In situazioni del genere la sola strada percorribile è rappresentata dalla denuncia, la quale potrà comportare una condanna penale a carico del professore dichiarato responsabile. Muoversi con estrema prudenza si rivela determinante per non rischiare conseguenze spiacevoli quando il reato dovesse risultare insussistente.