In questa guida spieghiamo come scrivere una richiesta al comune
Il Comune è un ente autonomo locale che, oltre a promuovere lo sviluppo e curare gli interessi dei propri cittadini, rappresenta anche la propria comunità. I cittadini, quindi, per ogni bisogno dovranno interfacciarsi al Comune essendo l’ente a questi più vicino. Il nostro ordinamento, infatti, è caratterizzato da un decentramento amministrativo, ossia l’attribuzione di poteri amministrativi o politici alle istituzioni periferiche, considerate come più vicine ai cittadini e quindi maggiormente in grado di comprendere le esigenze di questi ultimi.
Molteplici sono le ragioni per le quali ci si potrebbe rivolgere al Comune, essendo un centro di interessi fondamentale per ogni cittadino, ma come farlo? E quali sono le situazioni in cui è necessario rivolgersi al Comune? Cerchiamo di rispondere insieme a qualche domanda, così da poter ottenere un’importante forma di tutela dall’organo deputato ad ascoltare i bisogni dei cittadini.
Indice
Richiesta per Esercitare il Potere Sostitutivo in Caso di Inerzia
La nuova disciplina sul procedimento amministrativo ha avuto il pregio di rafforzare le garanzie in capo ai privati nei confronti di possibili ritardi della Pubblica Amministrazione in procedimenti in cui gli stessi cittadini presentano un interesse, prevedendo la possibilità di un esercizio del potere sostitutivo in caso di inerzia da parte del funzionario responsabile.
Il cittadino, infatti, potrà rivolgersi al funzionario anti ritardo, ossia il titolare del potere sostitutivo, affinché sostituisca l’ufficio che si è reso inadempiente e concluda il procedimento. La figura del titolare del potere sostitutivo, di cui all’art. 2 L. 241/1990, viene nominato dall’amministrazione. Qualora non sia stato individuato un soggetto specifico, il potere sostitutivo sarà attribuito al dirigente generale o al funzionario amministrativo di più elevato livello. La possibilità di richiamare il titolare del potere sostitutivo è un diritto previsto per ogni cittadino: chiunque riscontri un ritardo nella conclusione del proprio procedimento, potrà fare richiesta per esercitare il potere sostitutivo.
Per redigere la richiesta sarà necessario indicare il Comune destinatario e i dati ad esso collegati; nell’oggetto poi è preferibile indicare la ragione della richiesta. A questo punto sarà necessario precisare i dati del cittadino, tra cui nome, cognome, data e luogo di nascita, residenza e codice fiscale, ed effettuare una breve premessa rispetto alle ragioni che hanno condotto alla richiesta. Quasi certamente, quindi, sarà necessario indicare le ragioni per le quali si è ricorso all’amministrazione comunale, con i riferimenti dei procedimenti in corso, indicando anche la data in cui la procedura avrebbe dovuto concludersi. Tale atto dovrà poi concludersi con la richiesta esplicita di attivare il potere sostitutivo ai sensi dell’art. 2, comma 9 ter, della Legge 241/1990.
Richiesta nei Confronti del Difensore Civico Comunale
Il difensore civico è un soggetto che ha lo scopo di tutelare i diritti dei cittadini dinnanzi alla Pubblica Amministrazione, ma anche verso soggetti o enti che svolgono funzioni pubbliche o di pubblico interesse. Tale soggetto, indipendente e autonomo non essendo peraltro un magistrato o un politico, ma scelto tra esperti esterni, garantisce trasparenza ed efficienza nei rapporti con l’amministrazione. Presenta la funzione di sanare, prevenire o mediare tra eventuali conflitti sussistenti tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione. In particolare, di propria iniziativa o su richiesta dei cittadini, interviene contro disfunzioni, carenze, abusi, ritardi e irregolarità dell’amministrazione.
Il servizio che viene offerto dal difensore civico, oltre ad essere rivolto a tutti i cittadini senza distinzione alcuna, è gratuito. Il cittadino dovrà, quindi, effettuare una richiesta per attivare il difensore civico. In tale richiesta dovrà essere indicato il destinatario, ossia il difensore, e le generalità del cittadino richiedente. Utile effettuare poi una breve premessa rispetto a quale siano le problematiche riscontrate, richiedendo infine che il difensore agisca per la tutela dei propri diritti.
Dopo aver ricevuto la denuncia da parte del cittadino, il difensore civico ha il dovere e il potere di chiedere notizie, chiarimenti, documenti e notizie ai funzionari responsabili; i quali hanno l’obbligo, entro 30 giorni, di dover rispondere. Al termine di tale attività istruttoria, il difensore ha la facoltà di rilasciare al cittadino un parere e segnala al sindaco le inottemperanze eventualmente riscontrate.
Lettera di Reclamo al Comune
Iniziamo subito dicendo che per lettera di reclamo si intende un atto che viene redatto al fine di rappresentare al destinatario una ingiustizia o una irregolarità, così ottenendo il rispetto dei propri diritti. Il reclamo, quindi, differisce dalla diffida perché quest’ultima è finalizzata, non soltanto a rappresentare una problematica, ma a ottenere l’astensione del destinatario dal proseguire in una determinata condotta.
Per scrivere una lettera di reclamo sarà inizialmente necessario indicare il destinatario in alto a destra, con i dati a esso corrispondenti, ossia l’indirizzo ed eventualmente una persona fisica a cui inviare la comunicazione. Questo renderà maggiormente probabile la possibilità di ottenere un riscontro a tale reclamo, aumento le probabilità che venga letto da qualcuno. Solitamente, sarebbe preferibile indirizzarlo al responsabile del servizio: nel caso in cui il reclamo abbia a oggetto il pagamento di un tributo, ad esempio, occorre indirizzare la lettera al responsabile dei tributi locali; qualora il problema riguardi la residenza, il responsabile dell’ufficio anagrafico; e così via. Inoltre, la lettera di reclamo potrà anche essere indirizzata al sindaco, qualora si ritenga competente quest’ultimo. In ogni caso, anche qualora non venga precisata alcuna persona fisica, sarà poi l’ufficio protocollo a smistare la posta in base agli uffici competenti.
Una volta indicato il destinatario sarà necessario indicare i dati del cittadino che effettua il reclamo, tra cui nome, cognome, data e luogo di nascita, residenza e codice fiscale, così da poter essere identificato con facilità. A seguito di ciò si dovrà procedere con il redigere il contenuto del reclamo, si consiglia di essere sintetici e precisi, al fine di poter ottenere l’attenzione del proprio interlocutore, senza annoiare. Specificare nel dettaglio l’ingiustizia patita, errore nella richiesta di pagamento di un tributo, mancata concessione di un titolo edilizio, errore nelle indicazioni anagrafiche, problematiche attinenti i rifiuti e molto altro, e concludere, qualora lo si voglia, con una richiesta. Ad esempio, qualora sia stato erroneamente richiesto il pagamento di un tributo, dopo aver specificato le proprie ragioni concernenti il perché tale tributo non sarebbe dovuto, richiederne l’annullamento. In questo caso, il reclamo coinciderà con la diffida, perché si concluderà con una esplicita richiesta di fare o non fare.
Molto utile, infine, valutare la possibilità di allegare la documentazione a sostegno del proprio reclamo. Sempre per utilizzare l’esempio dell’erronea richiesta di pagamento del tributo, qualora le proprie ragioni attengano il fatto che tale tributo sia già stato corrisposto, sarà necessario allegare il bonifico attestante il pagamento. I documenti allegati sono, infatti, un importante strumento a sostegno delle proprie ragioni. Inoltre, sempre tra i documenti allegati, è buona norma inserire anche la copia della carta di identità del cittadino che effettua il reclamo.
Ricorsi nei Confronti del Comune
Si è parlato delle richieste che possono essere direttamente rivolte nei confronti del Comune, tuttavia, è utile accennare all’ipotesi, qualora la richiesta formulata al Comune non dovesse essere sufficiente, di presentare ricorso all’autorità amministrativa competente per ottenere la tutela dei propri diritti.
Chiaramente, in virtù dell’oggetto della propria richiesta, l’autorità amministrativa cambia, vediamo quali sono i principali.
Avverso il provvedimento emesso dall’Ufficiale dell’Anagrafe, come rigetti inerenti cambi di residenza, rilascio certificati e quant’altro, è competente il Prefetto. Una volta depositato, quindi, il ricorso sarà tale autorità ad istruire la causa al fine di decidere se accogliere o rigettare il ricorso presentato. Contro il provvedimento del Prefetto, si potrà poi ricorrere dinnanzi al giudice ordinario.
Altra situazione qualora si voglia ricorrere contro la ricostruzione di un atto smarrito o distrutto, la rettifica di un atto dello stato civile o voglia opporsi contro un diniego di un Ufficiale dello Stato Civile: in tal caso sarà competente il tribunale, del relativo circondario, in cui si trova l’Ufficiale dello Stato Civile presso cui è stato registrato l’atto di cui si tratta. Su tale domanda, il tribunale, deciderà in Camera di Consiglio.
In materia di ricorsi relativi a liste elettorali, poi, la competenza spetterà alla Corte d’Appello; invece, in tutti i casi in cui non sarà possibile una specifica forma di ricorso, sarà sempre possibile il ricorso amministrativo.